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Log, Ambleteuse
Un bianco dove non si mette niente,
di notte
si vede una pagina di Nerval,
il sangue di Esenin, una baita, la strada nuda di una frontiera,
un bungalow sulla costa.
Non è mai tornare se diventa che mi vedi leggero.
La mano attraverso le case è dirti «guarda»
e già ti sporgi sul mare.
E la primavera gira gli occhi nella primavera
se ti dico «guarda quante eriche».
Difendimi, difendi questa notte bianca,
il giorno ripetuto nel pensiero.
Log, Ambleteuse,
colpi dei piedi sulla strada, facce piene di vento scuro,
i nostri visi nelle mani,
il vento negli occhi chiusi per pensarlo.
E un albero di fiori
sale sullo slargo con la marea
perché la mano è così, amore,
lei va alta fra i tuoi capelli.
(da “Umana gloria”, 2004)
Sopraggiunge un’aria totale…
Sei poesie da "Il giunco e la statua" (prefazione di Elena Santagata, Vydia, 2024) di Antonella Palermo. Gli oggetti sono sui lettiappesi alle sediesui braccioli del divanosui davanzalie su ogni mensolaai bordi liberi degli scaffalipiccoli regali ricevuti di sera troppo tardiaccessori da scartare dopole medicine di papà morto due anni fa.Una folla temporaneache chiama gli occhia gran voce asciuga le energie rimastein attesa di un ricoveroal riparo dalle polveriprende aria– mi chiedo se...
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