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Log, Ambleteuse
Un bianco dove non si mette niente,
di notte
si vede una pagina di Nerval,
il sangue di Esenin, una baita, la strada nuda di una frontiera,
un bungalow sulla costa.
Non è mai tornare se diventa che mi vedi leggero.
La mano attraverso le case è dirti «guarda»
e già ti sporgi sul mare.
E la primavera gira gli occhi nella primavera
se ti dico «guarda quante eriche».
Difendimi, difendi questa notte bianca,
il giorno ripetuto nel pensiero.
Log, Ambleteuse,
colpi dei piedi sulla strada, facce piene di vento scuro,
i nostri visi nelle mani,
il vento negli occhi chiusi per pensarlo.
E un albero di fiori
sale sullo slargo con la marea
perché la mano è così, amore,
lei va alta fra i tuoi capelli.
(da “Umana gloria”, 2004)
GREAT PACIFIC [garbage patch]
Quattro poesie nella traduzione inedita di Serena Sapienza. SAFFO Pensavo a te con tempie perdute. Vedi così era la luna nella tenebra. Non un richiamo là dietro poca luce. E non so ciò che faccio. Parlo: di mele, rami. * più scuri sono gli alberi nell’acqua qui l’erba soffia vento al suolo si volge indietro un’altra dice al vento il nome tuo e procede per passi come erba che si incurva e germoglia in foglia in questa luce dove pioppo cedro abete tacciono lentamente si dicono le...
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