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In risposta alla questione delle dimensioni
Non ruberai la terra disseccata
né dissoderai l’argilla dei creatori; le vecchie dita
del paesaggio levano i non-morti al tuo servizio.
Resisti al raccolto del tikanga che si spaccia
come storia-tutta-tua. Accumulare
è perdere la vita di nascosto.
Non ti accuccerai sulla rachide intrecciata
della tua antenata, rovistando l’urgente
superficie sua della pelle, arsa di sale.
Il brutto della tua storia mostruosa
è il commercio d’identità. Rinuncia
ai titoli, agli atti della tua cultura-slogan
mendicanti di una tūpuna, non tuoi;
parole i paletti dei rilievi
che spartiscono i pendii vacanti della sua
geo-mitologia. il manto della terra, ridotto
a fumi di nostalgia che fecondano il serto di fiori della tua fame
gigante, chi invade-Madre-chi s’assesta-Te stessa.
[…]
(traduzione di Antonella Anedda e Marco Sonzogni, da “Miglior acque. 33 poeti neozelandesi e italiani rispondono al Purgatorio di Dante”, Samuele editore, 2022)
Ode a un semaforo
CREPUSCOLO A DELHI Qadir misura lo spazioDel pomeriggio e della seraIn un metro di latte.La sera arriva come il cucu Koel mattutino,Discorde;Brumosa,Attorno ai fari delle auto,I clacson suonano a un ritmoChe il corvo affamatoDi KarolbaghPotrebbe aver uditoIn case da incubo accese di sole.Idris,Il figlio perdutoDi un cieco pasthunPesa sabbia,Bianca come perdita,Su una veranda di cieli rottiIn blu Afghanistan.Ramu,Mio alleato libraio,Conosce Catullo per le costole,Non per gli epiteti.Una città...
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