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La malattia dell’olmo
Se ti importa che ancora sia estate
eccoti in riva al fiume l’albero squamarsi
delle foglie più deboli: roseogialli
petali di fiori sconosciuti
– e a futura memoria i sempreverdi
immobili.
Ma più importa che la gente cammini in allegria
che corra al fiume la città e un gabbiano
avventuratosi sin qua si sfogli
in un lampo di candore.
Guidami tu, stella variabile, finché puoi…
– e il giorno fonde le rive in miele e oro
le rifonde in un buio oleoso
fino al pullulare delle luci.
……………………………Scocca
da quel formicolio
un atomo ronzante, a colpo
sicuro mi centra
dove più punge e brucia.
Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
– dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana – scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai.
E’ fatto – mormora in risposta
nell’ultimo chiaro
quell’ombra – adesso dormi, riposa.
……………………………Mi hai
tolto l’aculeo, non
il suo fuoco – sospiro abbandonandomi a lei
in sogno con lei precipitando già.
(da “Stella variabile”, 1981)
Appunti per una teoria del corpo
Cinque poesie in anteprima da "Il ritrovamento del corpo" di Massimo Maggiore, da poco uscito per Manni. APPUNTI PER UNA TEORIA DEL CORPO Anima antropomorfa. Topografia dell’indecifrabile e suo sovvertimento.A sua immagine e somiglianza, non è possibile fuoriuscire.Quando il narratore si allacciò le scarpe, finalmente pianse la nonna morta.Forse gli serviva sentire il fastidio della fibbia sulla bocca dello stomaco.Tagliamo il glicine dalla strada, ostruisce il passaggio.Scegliere tra le...
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