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Niente di grave
Forse l’estate ha finito di vivere.
Si sono fatte rare anche le cicale.
Sentirne ancora una che scricchia è un tuffo nel sangue.
La crosta del mondo si chiude, com’era prevedibile
se prelude a uno scoppio. Era improbabile
anche l’uomo, si afferma. Per la consolazione
di non so chi, lassù alla lotteria
è stato estratto il numero che non usciva mai.
Ma non ci sarà scoppio. Basta il peggio
che è infinito per natura mentre
il meglio dura poco. La sibilla trimurtica
esorcizza la Moira insufflando
vita nei nati-morti. È morto solo
chi pensa alle cicale. Se non se n’è avveduto
il torto è suo.
(da “Satura”, 1971)
“Ironia: un salvavita, suppongo…”. Intervista a Vivian Lamarque
Intervista inedita a Vivian Lamarque, a cura di Maira Zamignan. 1. L’ultima edizione di "Madre d’inverno "è composta da un significativo apparato di varianti che portano a riflettere sullo sviluppo progressivo di diverse delle sue poesie. Ritiene che la sua poesia si possa considerare un processo aperto in evoluzione dinamica? Non so. Sempre più spesso mi succede, riprendendo in mano una vecchia poesia, soprattutto rileggendola col microfono alle letture, di sentire la necessità...
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