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Canto della mia nudità
Guardami: sono nuda. Dall’inquieto
languore della mia capigliatura
alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color d’avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie e tutte le giunture,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m’inarco nuda, nel nitore
del bagno bianco e m’inarcherò nuda
domani sopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.
Palermo, 20 luglio 1929
Le parole, in cammino
In anteprima dal nuovo libro di Antonio Prete, "Convito delle stagioni", appena uscito per Einaudi, pubblichiamo cinque poesie. LE PAROLE, IN CAMMINO ("Y tienes las palabras su verano, / su invierno...", Ida Vitale) Le parole camminano con noi.Hanno nel suono il segno degli inverni.Ogni autunno continua a dispogliarledella gloria.Ma c’è nel loro passola letizia della meta: un giardinodove sempre risplende primavera. Il senso, in quel giardino, è un fiore, il suonoè il suo profumo, la...
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