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Canto della mia nudità
Guardami: sono nuda. Dall’inquieto
languore della mia capigliatura
alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color d’avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie e tutte le giunture,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m’inarco nuda, nel nitore
del bagno bianco e m’inarcherò nuda
domani sopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.
Palermo, 20 luglio 1929
In caso di perdita
Quattro poesie in anteprima da "In caso di perdita. Poesie per Berto (e altri dispersi)" di Alessandro Raveggi in uscita per Interno Poesia. UN SOGNO DI SABBIA Stanotte ti ho sognato, AReri più allegro e euforicodel solitoAh-Erreforse anche con un filosbarazzino di barbada pirataabbracciavi il più possibilela tua famiglia, tutti quantied eravamo innumerevolieri giovane ma già ci riconoscevi(pensarti a me estraneo,nei tuoi vent’anni,mi meraviglia) poi d’improvviso ti sfacevidi ogni...
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