Per l’ultimo dell’anno 1975 (ad Andrea Zanzotto)
Come nel buio si ritrae lento,
Andrea, questo anno già da sé diviso.
Ora nel vischio del suo fiele intriso
starà così per sempre dunque spento.
Ma quel che in noi di anno in anno è deriso
o incompiuto e deforme non lamento:
se uno è vinto e un altro è stato ucciso,
uno ha durato contro lo sgomento.
Qui stiamo a udire la sentenza. E non
ci sarà, lo sappiamo, una sentenza.
A uno a uno siamo in noi giù volti.
Quanto sei bella, giglio di Saron,
Gerusalemme che ci avrai raccolti.
Quanto lucente la tua inesistenza.
(Da “Versi scelti 1939-1989”, 1990)
In absentia
Cinque poesie in anteprima da "In absentia" di Alessandro Canzian appena uscito per Interlinea. Ubriaco la maggior parte del tempoho interrogato Dionello scarafaggio spezzato.Lui ha confessato d’esseresolo un buio, uno sbaglio. Dio il secondo giorno vennea pugni chiusi a battersifra le tende. Era un Diovendicativo e gelosodell’amore gettatoieri accanto a un braccio. Il terzo giorno non era piùLui. «Non chiamarmiDio né uomo. Ogni respiroè una vita che non sa». Il quarto giorno gli...
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