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Nell’estate del duemila e tre…
Nell’estate del duemila e tre
tutto si prosciugò silenziosamente.
Un meraviglioso azzurro puntato
su di noi come un’arma radiosa
premeva i piedi sul suolo, spruzzava
di calce le pareti, entrava, senza
nemmeno una goccia di pioggia
anche di notte
dentro i nostri occhi spalancati.
Dal tronco del melo colava pece nera
e a febbraio bisognò abbatterlo intero.
Il fico si salvò scrollandosi di dosso
la veste lieve delle foglie assetate
e a luglio cogliemmo fichi secchi
da terra, come fosse Natale.
La siccità portò via anche due peschi
che si erano avviticchiati l’uno all’altro
all’insaputa di tutti, in un solo albero da fuoco.
(da “Da mani mortali”, 2012)
La grande nevicata
Quattro poesie da "La grande nevicata", l'ultimo libro di Federico Italiano, da poco uscito per Donzelli. LA GRANDE NEVICATA DEL 1985 La giacca a vento rossa con le piume d’oca –che a volte sbucavano dal poliesterecome tarme dai loro nascondigli –i moon-boot antracite, i sogni d’allunaggionel calzarli, il lampadario della salache già alle tre di pomeriggiofaceva concorrenzaal lampione della piazza, ogni cosa più lenta,pacificata, marmorea, la neveancora candida sui tetti,...
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