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Nell’estate del duemila e tre…
Nell’estate del duemila e tre
tutto si prosciugò silenziosamente.
Un meraviglioso azzurro puntato
su di noi come un’arma radiosa
premeva i piedi sul suolo, spruzzava
di calce le pareti, entrava, senza
nemmeno una goccia di pioggia
anche di notte
dentro i nostri occhi spalancati.
Dal tronco del melo colava pece nera
e a febbraio bisognò abbatterlo intero.
Il fico si salvò scrollandosi di dosso
la veste lieve delle foglie assetate
e a luglio cogliemmo fichi secchi
da terra, come fosse Natale.
La siccità portò via anche due peschi
che si erano avviticchiati l’uno all’altro
all’insaputa di tutti, in un solo albero da fuoco.
(da “Da mani mortali”, 2012)
Tu parli un’altra lingua…
Cinque poesie da "Il fiato mentolato delle farmaciste" di Dario Bertini, uscito con postfazine di Angelo Lumelli per le edizioni Bohumil. Fate festa, mie piccole zanzare, a mezzanottelei è atterrata sulla penisola del sonno,in cerca di un paletto per trafiggermi:ecco, nello spiazzo del parco i rami sono a terra,alcuni ancora verdi, resinosi. Così rimangosveglio, non c'è un campo di azione per il buio,lascio che detti legge come un sergente albinoche se ne accende una, controvento. * I...
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