Sì
(TRE)
«È tornato il momento di uscire e osservare il cielo blu di questo pianeta. Senza sosta la pioggia lo bagna e lo allaga e il sole poi l’asciuga.
«Muovendomi così e così, sono in questa o in quest’altra posizione, conosco legami e vincoli spaziali in base alle mie percezioni senza accorgermi di me stesso né del mio punto di vista, né ciò che capto comprende alcun elemento corrispondente al tempo. Ogni cosa che vedo è qualcosa che non avevo precedentemente memorizzato.
«Il fatto che io sia in piedi, la mia postura verticale, crea me e gli oggetti, quando invece sono sdraiato sulla schiena scorgo solo il cielo. Il suo azzurro è un effetto ottico dovuto al sole, che rischiara questa membrana aerea in cui mi agito. L’atmosfera è come una pelle. La Terra ha di fronte a sé unicamente il cielo, ne è come circondata: ne è annegata e non ha altra controparte, e analogamente – tutta insieme – come una biglia nell’acqua è immersa nel cosmo.
«In fondo gli oggetti non hanno bisogno della mia attenzione: tutto quanto ha importanza accade a livello astronomico, non terrestre. Eppure c’è la forza di gravità, e gli occhi sprofondano nel cranio in questa posizione…»
L’essere staccato dal suolo, al contrario delle piante, e la pretesa di poter vincere la gravità come giustificazione di un desiderio che tuttavia si muove con te, di una distanza tra te e l’orizzonte che per quanto tu vada avanti rimane sempre uguale. E quando giri l’angolo ciò che ti lasci alle spalle, tutto quello che non puoi più né vedere né sentire, svanisce, sparisce.
«Esperisco solamente ciò che credo di esperire. I miei convincimenti stabiliscono le mie esperienze e mi rendono quello che sono. Le mie scelte sono basate sulla mie motivazioni e le mie motivazioni sulle mie definizioni: ecco cosa sta dietro a tutto quello che sperimento. Vivo in un mondo forgiato dalle mie convinzioni, nulla ha di per sé alcun significato e il modo in cui trasformo la realtà è cambiando me stesso.
«Niente appare diverso da quello che è, il mio intorno è precisamente come sembra, tutto ciò di cui ho esperienza è reale. Ogni mondo possibile è reale dalla prospettiva di chi lo abita e la sfera terrestre è la nostra ruota di criceti».
(da “Sì”, Tic edizioni, 2024)
Sorelle di confine
Quattro poesie dalla prima sezione di "Sorelle di confine" di Jonida Prifti, da poco uscito con prefazione di Andrea Cortellessa e postfazione di Pasquale Panella nella collana "Sottotraccia" di Marco Saya edizioni. da LA PORTATRICE CARNICA (A Chiara) GUARDIANA Disturbo dal ricordoallargata raggieracosì, in sosta dal senso di direin quale forma sono? Una testa di chiodoorma, attorno all’ultima feritaun pezzo di polmoneridurre, dal peso in diffusione per mezzo di voci...
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