Versi ad Archimede
[…]
All’alba compitavo sui quaderni a quadretti.
Mandavo a mente versi e teoremi. Stolto
mi inebetivo di veleno e di nettare.
Segnerò questi anni al principio
dell’età perduta o alla fine
di un’era fiacca, andrò
verso il tempio dei pensieri,
camminerò sotto il portico degli adulti.
I nuovi eventi ci lasciano indietro.
Chi ha munto la vacca non alleva il vitello,
chi non sente le voci in anticipo,
chi non sa che la freccia è scoccata
ha l’anima piccola del topo,
ha il cranio stretto della gallina.
Non sarà la spina pestata
dal piede nudo, o il granchio
che ti morse il calcagno,
non sarà la tua mitologia a sorreggerti.
Le piste chiedono scarpe ferrate,
le ruote vogliono polsi decisi,
e il ribollire intorno di segnali
t’impongono di camminare sulle strisce.
Archimede chi cancella i tuoi circoli,
chi rimuove la sfera inscritta nel libro?
[…]
(maggio 1953)
Quest’anno il lupo fissa negli occhi l’uomo
Cinque poesie in anteprima dalla nuova raccolta di Roberto Deidier, "Quest’anno il lupo fissa negli occhi l’uomo", da poco uscita, con un saggio introduttivo di Marco Carmello, per Molesini. Come il senso, alla fine, torna al nulla.Come ogni senso fluisce al proprio nulla.Raccomandava il buon vecchio di TriesteLeggi, leggi, leggi e sempre avrai sorprese.Proprio lì, in quello stesso verso. Un solo verso.Un rigo musicale, un rigo appena.È nella testa un cerchio che non chiude.L’anello mai...
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