Chi sono?
Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
“follia”.
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
“malinconia”.
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
“nostalgia”.
Son dunque… che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.
(da “Poesie 1904-1914”, a cura di Simone Magherini, 2024)
Il miracolo
Cinque poesie in anteprima da "Il miracolo" di Kaveh Akbar, poeta e narratore iraniano-statunitense, da poco uscito nella traduzione di Mia Lecomte e Andrea Sirotti per Il Saggiatore. RISTORANTE DI REZA, CHICAGO, 1997 i camerieri ciondolavano riempiendo shaker di sommacco sparecchiando piatti di cipolla e ravanelli mio padre indicava ogni persona sussurrava persiano dell’uomo vecchio con la barba...
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