Oggi esce Granturismo, il numero estivo di Nuovi Argomenti. La sezione monografica è dedicata agli scrittori stranieri che hanno passato del tempo in Italia nel Novecento: Si parla di Bachman, Pound, Cheever, Hemingway e altri, con interventi di Annalena Benini, Filippo Bologna, Stefano Adami, Paola Soriga, Massimo Palma, Giulio Silvano, Fabio Stassi e Francesco Longo, che è il curatore della sezione, e che degli scrittori trattati dice: Per loro, l’Italia è selvaggia, inospitale, antica, raffinata, decadente, angusta, meravigliosa, primitiva, troppo battuta dal sole, a volte lamentano una qualità del cibo pessima. Ai loro occhi, gli italiani sono alternativamente incivili e cortesi, cordiali e insensibili, privi di tenerezza e poveri, degenerati e virili, schietti e galanti.
Il numero si apre con il diario intellettuale e familiare di Chiara Valerio per poi portare a una serie di esordi di narrativa e non fiction creativa: nella prima categoria abbiamo un capitolo del manoscritto di Gabriele di Fronzo, e racconti di Caterina Di Paolo e Natan Mondin. Per la non fiction a esordire è Alessandro Giovannelli. Stefano Talone e Ivan Carozzi parlano il primo di Canadair e l’altro di passeggiate sebaldiane.
Le poesie sono di Maria Borio (che cura la sezione poesia del nostro sito e dal prossimo numero anche quella della rivista), Maria Pia Quintavalla e del giovane Manuel Micaletto.
Nell’ultima parte, Fabio Severo riflette sulla sua partecipazione alla Biennale di architettura, Luca Alvino sull’ultima fase della narrativa di Philip Roth, Carola Susani su Enzo Siciliano, e Andrea Minuz sull’uso del termine “degrado morale” nella promozione dei film italiani:
Per dire, La gente che sta bene, con Claudio Bisio e Margherita Buy, sembra una commedia e invece «non è solo una commedia, ma un film che riflette sul degrado morale della società italiana». Claudio Bisio, infatti, era già stato testimonial del degrado morale nelle doppie vesti di arringatore a Sanremo e protagonista di Benvenuto Presidente, commedia degli equivoci ambientata al Quirinale che però è «un film che invita ciascuno a fare i conti con se stessi ed il degrado morale del quale tutti siamo portatori». A fronte di richiami generici, con Il capitale umano Virzì dichiarava di aver trovato l’epicentro del «degrado». È a Como.
F.P.
Mario de Laurentiis (Napoli 1969 – Segrate 2666).