Nato a Chaville nel 1897, orfano di padre, ribelle, mobilitato a 18 anni, il giovane Philippe rischia presto il consiglio di guerra ma è dichiarato poeta da Guillaume Apollinaire. Questi gli fa conoscere Carco, Cendrars, Reverdy, Max Jacob, Breton (con quest’ultimo e Aragon, fonda la rivista “Littérature”, alla quale aderisce subito anche Éluard). Nel 1919, tappati per due settimane nell’Hôtel des Grands Hommes (piazza del Panthéon), Breton e Soupault scrivono insieme ma separatamente Les Champs magnétiques (titolo ispirato ai Chants de Maldoror di Lautréamont). La poesia ormai lo “tiene” tutto: nello stesso 1919, mentre in Italia usciva Allegria di naufragi, pubblica Rose des Vents in cui un “Horizon” può far pensare alla poesia omonima (francese) di Ungaretti: “la nuit tombe goutte à goutte / j’attends les heures”. Seguono Dadaismo, Surrealismo (egli verrà escluso da Breton nel 1926), viaggi in URSS e negli Stati Uniti. Diventa giornalista a tempo pieno, prima di orientarsi verso la radio. Rifugiatosi in Africa de Nord dove è responsabile di Radio-Alger, conosce Camus, Supervielle in America, e pubblica a New York Le Temps des Assassins. Di ritorno in Francia dopo la guerra, è quasi dimenticato (vedi qui sotto: “Bon conseil”, Buon consiglio), prima di ritrovare un impiego alla radio negli anni ’50. Scrive Wanted for Murder: “Si ricerca un uomo chiamato Philippe Soupault / fin troppo grande per la sua età / 1 metro e 98 o anche di più / crudele come una tigre dagli occhi verdi”. Senza illusioni ormai, cura le ristampe dei propri libri, tra l’altro in Svizzera. Muore a Parigi nel 1990, a 93 anni. [Cfr. M. Berne – J. Chénieux-Gendron (dir.), Portrait(s) de Philippe Soupault, Paris, BNF, 1997].