Luciano Folgore (pseudonimo di Omero Vecchi; Roma, 1888 – Roma, 1966) pubblica nel 1908 la sua prima raccolta di versi, Hora prima, che risente ancora di un’impronta tradizionale. Nel frattempo conosce Marinetti e nel 1909 aderisce con al futurismo. Nel 1910 pubblica Fiammeggiando l’aurora, dove si firma ancora con il nome di Omero Vecchi. Nel 1912 è ampiamente rappresentato nell’Antologia dei poeti futuristi e, nello stesso anno, con il nome di Luciano Folgore, pubblica Il canto dei motori per le edizioni futuriste di “Poesia”, aderendo ai temi tipici trattati dal gruppo. Nel manifesto Lirismo sintetico e sensazione fisica (1913) rende noti i principi della sua poetica. Vive in questo periodo a Firenze e collabora a “Lacerba”, “La Voce”, “L’Italia futurista” e alla parigina “Sic” diretta da Pierre Albert-Birot, avendo così modo di conoscere Picasso e Cocteau. Con Ponti sull’Oceano. Versi liberi (lirismo sintetico) e parole in libertà (1914), criticato duramente da Boine, e Città veloce. Lirismo sintetico (1919), si può considerare conclusa la sua fase futurista. La produzione lirica successiva, che verrà raccolta in Liriche nel 1930, è più tradizionale. Nel dopoguerra la sua attività diventa soprattutto quella di narratore e scrittore di teatro, di umorista, scrittore di poesie per ragazzi e parodista di poeti e prosatori contemporanei.