Cristina Rivera Garza è nata a Matamoros (Messico) nel 1964. Narratrice, poetessa e storica proveniente dalla frontiera messicana, attualmente è docente di Creative writing presso l’università della California, San Diego. Ha ricevuto numerosi premi, tra i quali nel 2001 il “Sor Juana Inés de la Cruz” con Nadie me verá llorar, riottenuto nel 2009 con La muerte me da, e nel 2005 il berlinese “Anna Seghers”. Accreditata per le borse: “Salvador Novo” (racconto, 1984-85), “Fonca Jóvenes Creadores” (romanzo, 1994-95) e “Fonca Jóvenes Creadores” (poesia, 1999-2000). È membro del “Sistema Nacional de Creadores Artísticos”. Tra i testi narrativi più significativi si segnalano: La frontera más distante (2008), Verde Shanghai (2011), El mal de la taiga (2012). Autrice di lavori trasversali, tra le sue pubblicazioni si annoverano anche saggi sulla costruzione mentale della follia nella storia della psichiatria messicana (La Castañeda. Narrativas dolientes desde el Manicomio General, 2010), sulla vita di frontiera e la storia recente del Messico (Dolerse. Textos desde un país herido, 2011), sulla pluralità autoriale come novità della scrittura digitale da cui scaturisce un nuovo rapporto scrittore-lettore (Los muertos indóciles, 2013). Alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in inglese, francese, portoghese, tedesco, coreano, sloveno ed italiano (l’opera narrativa Nessuno mi vedrà piangere, Voland, 2008 e Il segreto, Voland, 2010). Cura la rubrica settimanale “La mano oblicua” sul giornale “Milenio” e il blog “No Hay Tal Lugar”: www.cristinariveragarza.blogspot.com Los textos del yo (Fondo de cultura económica, México D.F. 2005) riunisce la sua opera poetica e consiste di tre raccolte di cui La más mía è la prima.