Giovanni Giudici (Le Grazie, 1924 – La Spezia, 2011) si definiva “un ligure diseducato a Roma e poi redento a Milano”. Nel ’53 esordisce come poeta pubblicando a proprie spese la raccolta Fiori d’improvviso (Edizioni del Canzoniere) ancora segnata dai modelli di Montale e Saba. Nel 1965 pubblica La vita in versi (Mondadori) una raccolta che riepiloga il suo lavoro poetico del decennio precedente. Nel 1969 esce Autobiologia (Mondadori), cui seguono le raccolte O Beatrice (Mondadori, 1972), Il male dei creditori (Mondadori, 1977), Il ristorante dei morti (Mondadori, 1981), Lume dei tuoi misteri (Mondadori, 1984). Nel 1987 vince il Premio Librex Guggenheim-Eugenio Montale con il volume Salutz (Einaudi, 1986). Nel 1993 pubblica la raccolta Quanto spera di campare Giovanni (Garzanti), cui seguono Empie stelle (Garzanti, 1996) ed Eresia della sera (Garzanti, 1999). Nel 2000 l’intera opera poetica di Giudici è raccolta nel Meridiano Mondadori I versi della vita. Altrettanto intensa è stata la sua attivitá di traduttore che lo ha visto impegnato su autori come Pound, Frost, Sylvia Plath e Puskin. Nel 2014 è uscito l’Oscar Mondadori Tutte le poesie, con introduzione di Maurizio Cucchi.