Se ti importa che ancora sia estate
eccoti in riva al fiume l’albero squamarsi
delle foglie più deboli: roseogialli
petali di fiori sconosciuti
– e a futura memoria i sempreverdi
immobili.
Ma più importa che la gente cammini in allegria
che corra al fiume la città e un gabbiano
avventuratosi sin qua si sfogli
in un lampo di candore.
Guidami tu, stella variabile, finché puoi…
– e il giorno fonde le rive in miele e oro
le rifonde in un buio oleoso
fino al pullulare delle luci.
……………………………Scocca
da quel formicolio
un atomo ronzante, a colpo
sicuro mi centra
dove più punge e brucia.
Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
– dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana – scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai.
E’ fatto – mormora in risposta
nell’ultimo chiaro
quell’ombra – adesso dormi, riposa.
……………………………Mi hai
tolto l’aculeo, non
il suo fuoco – sospiro abbandonandomi a lei
in sogno con lei precipitando già.
(da “Stella variabile”, 1981)
Vittorio Sereni (Luino, 1913 - Milano, 1983) visse dal 1932 a Milano, e si laurearò in Estetica con Banfi (1936). Dopo aver insegnato nei licei (1937-1940), collaborò a "Corrente". Chiamato alle armi nel 1939, viene congedato nel settembre 1940 e richiamato nel 1941; fatto prigioniero nel 1943 in Sicilia, viene trasportato in Nord Africa (Algeria e Marocco), dove rimane prigioniero sino al luglio 1945. Riprende l'insegnamento (1948-52) a Milano. Viene poi assunto in Pirelli, all'Ufficio stampa e propaganda, dove rimane sino al 1958, quando passa alla direzione editoriale della Mondadori. La sua poesia prende le mosse dall'ermetismo, distinguendosi fin dall'esordio (Frontiera, 1941; edizione accresciuta Poesie,1942; edizione definitiva Frontiera, 1966) per un dettato sobrio e disincantato. Indicato da Luciano Anceschi (nell'antologia da lui curata La linea lombarda, 1952) come capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico. Le sue raccolte più importanti (Diario d'Algeria, 1947, edizione accresciuta 1966; Gli strumenti umani, 1965; Stella variabile, 1979, edizione definitiva 1981) si legano ai momenti salienti della propria vicenda umana, dalle esperienze di guerra e di prigionia agli anni dello sviluppo economico, vissuti con severo distacco critico (esemplare la polemica in versi con Fortini in Un posto di vacanza). Critico (Letture preliminari, 1973) e traduttore (Il musicante di Saint-Merry, 1981), Sereni scrisse anche prose che sono in stretto rapporto con la sua poesia (Gli immediati dintorni, 1962, edizione accresciuta Gli immediati dintorni primi e secondi, post., 1983; L'opzione e allegati, 1964, poi in Il sabato tedesco, 1980; Senza l'onore delle armi, post., 1987). Postumi sono inoltre usciti la raccolta Tutte le poesie (1986), l'edizione critica delle Poesie (a cura di Dante Isella, 1995) e volumi di lettere, tra cui il carteggio con Attilio Bertolucci (Una lunga amicizia. Lettere 1938-1982, 1994). La sua poesia è la più alta del secondo Novecento.