“Postomeriche” di Claudio Damiani , con disegni di Giuseppe Salvatori, è una plaquette appena uscita per Amos Edizioni. Presentiamo in anteprima sei poesie.
Bisogna avere un cuore di ferro
come Ulisse, per vivere.
Penelope è davanti a noi e piange
e noi dobbiamo tacere, non possiamo dire niente,
non possiamo commuoverci.
È tutto così chiaro
eppure non possiamo rivelarci.
*
Guarda come brillano le onde
e come l’isola sta tranquilla
sotto il sole, guarda come le fronde
degli alberi si agitano al vento.
Guarda come la casa
sta silenziosa sotto il sole,
e vedi come dal tetto
sbalza il fumo contro il cielo.
Dentro c’è un’ampia stanza
e arde un fuoco nel camino.
Bruciano l’oleastro e il lentisco
spargendo un grato odore d’intorno.
Ma chi è che vi abita? Dov’è?
Se entri, non vedi nessuno,
ti aggiri per quelle stanze
senza incontrare persona.
Intanto alle finestre vedi il mare
che brulica azzurro,
le fronde intorno alla casa dolcemente frusciano,
il cielo sta zitto e alto,
luminoso, quasi trasparente.
*
C’è un’isola, dentro di lei una casa,
nella casa un tavolo, con dei cesti sopra,
si sente un suono come di telai,
fili, rocchetti, forbici,
tutto è ordinato,
ogni cosa è posata con cura
come per sempre,
si sente il canto di una donna,
nella stanza un focolare arde,
il fuoco è allegro e scoppietta acceso
ma non senti rumore,
senti invece il fruscio delle fronde
e l’odore dei cipressi,
il rumore lontano delle onde
nella sera che si avvicina.
*
La casa è vicino al mare
ma non lo vede.
C’è una strada bianca, la trovi sulla destra,
è bassa, a un solo piano,
c’è come un terrazzino sopraelevato
con dei barattoli di basilico
menta e altri odori.
La casa è malandata
ma non è abbandonata.
È tutto molto pulito.
Si sente l’odore del mare, anche il rumore.
In casa non c’è nessuno.
Cammini e vai avanti
vedi le foglie brillare,
senti il dondolio delle onde
e non ti vorresti allontanare,
vorresti restare in quel luogo per sempre
e farti cullare.
*
C’è una casa a un solo piano
un po’ malandata
con un tetto fiorito d’edera,
dentro le lenzuola bianche piegate,
il tavolo, vi abitano due vecchi,
fuori dei barattoli con basilico, e altri odori
(c’è un barattolo di menta).
I barattoli sono arrugginiti.
Alcune scale scendono
a un canneto su una riva d’acqua.
Una barca è legata a una corda,
le assi vecchie, molto scrostate.
La barca ondeggia, la corda tocca l’acqua
poi si tende e si solleva sopra.
Il fiume lambisce le rive,
scorre gli alberi, specchia le canne in fila,
vede le rocce, vede muoversi il sole,
gli gira la testa, vede sotto sé il cielo,
scorre, scorrazza, va dove gli pare
e dove necessariamente deve andare.
*
Nella casa quanto silenzio!
Come devi camminare piano
per non sentire rimbombare i passi.
Negli androni entrano le foglie,
vorticano nei corridoi, fanno dei mulinelli.
I corridoi sono luminosi,
le imposte sbattono senza posa.
Ai focolari è rimasta la cenere
e la legna è bruciata a metà.