(“Guardare” è una rubrica che propone poesie inedite scritte da ventenni e trentenni e che prova a raccontare il nostro momento storico dal punto di vista del loro immaginario. Questo percorso ci accompagnerà nei prossimi mesi con un’uscita ogni due settimane. Tessera dopo tessera si configurerà un mosaico in cui speriamo emergano interrogativi, chiavi di volta e genealogie di un tempo che muta velocemente, lascia disorientati, ma chiede anche nuove e autentiche forme del guardare. Nella quinta uscita inediti di Maddalena Lotter, nata a Venezia nel 1990.)
IMMAGINI TERRESTRI
I
Ogni inizio sembrerà una fine a qualcuno.
Ovunque potesse la frana
franava
e le rocce cadevano sulla terra
lasciando solchi colossali
gli uomini e le donne correvano in mare
pensando di proteggere i figli.
Gli umani che tutt’a un tratto
confidavano nel mondo,
si aspettavano di essere salvati
nobilmente invece, leoni e lupi
e le testuggini austere
guardavano la terra sgretolarsi.
II
Nessuno storico pensava
che sarebbero tornati alle caverne
all’umido
sistema più favorevole alla vita.
Tramontate le famose civiltà
un manipolo di potenti
come avidi insetti si ritirarono
nei buchi della Terra
trascinando semi e pezzetti di carne
rubati chiusero l’ingresso con i sassi
lasciando tutti a sfrigolare al sole
i poveri e i monumenti.
III
SOGNO DI PIANETA
Era questo il suo sogno:
un unico immobile deserto
dove non urge niente,
dove stendersi per sempre.
Una grande madre deprimente
di morbida sabbia
che avvolge
era il sogno della persona triste
accontentata
dal tempo presente.
IV
Nell’ultimo giorno del mondo
per come noi lo conosciamo
su muri rossi e affumicati
torreggia un immenso varano,
le scaglie del dorso rilucono
in brevi lampi d’argento
l’occhio sottile è puntato
su quello che resta della foresta
e la furia del fuoco sulle città abbandonate
segna l’inizio o il ritorno
a una durevole e stabile
e leggendaria era dei rettili.
IMMAGINI EXTRATERRESTRI
I
ANTROPOCENTRISMI
Anni luce da Cape Canaveral
in un angolo protetto
dove non possiamo proprio andare
c’è sicuramente un pianeta
che gli antichi viaggiatori chiamavano
Prospero. Prospero, come dice il nome
è un altro pianeta perfetto,
è il pianeta
che speravamo di trovare qui intorno,
rigoglioso insomma
uguale al nostro o quasi,
e se un uomo lo vedesse
penserebbe che un pianeta così
è davvero uno spreco,
che non ci vive nessuno
e che è tanto lontano.
II
PROSPERO
Prospero è un pianeta per la vita
infatti ci sono piante con foglie gigantesche
più grandi di un palazzo
abitanti verdi e viola con venature
d’argento e luci di seta della foresta
le ramificazioni sono infinite
l’obiettivo è infestare ogni angolo del mondo
con grazia.
Una rete capillare scorre sottoterra
nelle radici rugiadose e nell’humus
senza bisogno di eleggere un capo
sotto il muschio è una tempesta di messaggi.
III
TOT
Nello spazio profondo
c’è anche un altro luogo,
un pianeta gassoso
dal suo punto di vista
anch’esso prosperoso
poiché vi prosperano i morti.
Ai morti è negato il lungo riposo
che noi speriamo.
In un alveo d’alghe tortuose
lavorano ancora,
tra scintille e acque nere
i nostri spiriti
nel golfo buio di Tot
vorticando come assurde meteore
per un progetto incerto e non vitale.
IV
REM
Dalla superficie bianchissima risalgono
fumi e tiepidi vapori
e in quella che forse è aria
galleggiano piccole ombre luminose
sono ricordi e pensieri
degli abitanti orizzontali di Rem
pianeta a riposo
dopo le fatiche di un’era.
V
SÒNDAR
Intorno a Sòndar non è che una pallida pietra volante,
qualche antico rifiuto spaziale e gli occhi padri dell’universo
e per il resto niente
e niente anche all’interno, un centro vuoto senza nucleo
e la grigia pianura è piatta perfetta mai
modellata da passaggi o fiumi d’acqua,
non v’è luce o temperatura
o un’anima che abbia avuto paura
un pianeta potenziale
questo è Sòndar
sogno d’inverno di chi vagheggia
che vi siano ancora uno spazio e un tempo.