Mio angelo, io non seppi mai quale angelo
fosti, o per quali vie storte ti amai
o venerai, tu che scendendo ogni gradino
sembravi salirli, frustarmi, mostrarmi
una via tutta perduta alla ragione, quando
facesti al caso quel che esso riprometteva,
cioè mi lasciasti.
Non seppi nemmeno perché tra tanti chiarori
eccitati dell’intelletto in pena, vi
furono così sotterranee evoluzioni d’un
accordarsi al mio, al vostro e tuo bisogno
d’una sterilità completa.
Eppure eccomi qua, a scrivere versi,
come se fosse non del tutto astratto
alla mia ricerca d’un enciclopedico
capire quasi tutto a me offerto senza
lo spazio di una volontà di ferro a controllare
quel poco del tutto così mal offerto.
(da “Documento”, 1976)
Amelia Rosselli nacque a Parigi (1930), figlia dell'esule antifascista Carlo Rosselli, teorico del Socialismo Liberale, e di Marion Cave, nata in Inghilterra e attivista del partito laburista britannico. Nel 1940, dopo l’assassinio del padre e dello zio, ordinato da Mussolini e Ciano, ad opera delle milizie fasciste in Francia (1937), esulò con la famiglia, esperienza che determinò il carattere apolide ed insieme personalistico della sua opera. Si trasferì dapprima in Svizzera, quindi negli Stati Uniti e in Inghilterra. Negli anni sessanta si iscrisse al PCI e cominciò a pubblicare i suoi testi principalmente su riviste, attirando l'attenzione di Zanzotto, Raboni e Pasolini. Nel 1963 pubblicò su "Il Menabò" ventiquattro poesie. L'anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche (Garzanti) e nel 1967 la raccolta Serie Ospedaliera (Il Saggiatore). Seguirono Documento nel 1976 (Garzanti) e Primi scritti nel 1980 (Guanda). Nel 1981 uscì Impromptu (San Marco dei Giustiniani), un lungo poema diviso in tredici sezioni, e nel 1983 Appunti sparsi e persi (Aelia Laelia), scritti tra il 1952 e il 1963. Nel 1985 fu pubblicata La libellula (SE), nel 1989 Sonno-Sleep (Rossi e Spera) cui seguì, nel 1992, Sleep. Poesie in inglese (Garzanti). Le sue poesie sono state raccolte nel Meridiano L'opera poetica, a cura di S. Giovannuzzi, con la collaborazione per gli apparati critici di F. Carbognin, C. Carpita, S. De March, G. Palli Baroni, E. Tandello, introduzione di E. Tandello (Mondadori, 2012). Molti dei suoi racconti in prosa furono pubblicati con il titolo Diario ottuso (IBN). Suoi saggi sono stati raccolti nel volume Una scrittura plurale. Saggi e interventi critici (Interlinea, 2004). È rimasta una figura di scrittrice unica per il suo plurilinguismo e per il tentativo di fondere l'uso della lingua con l'universalismo della musica. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, nella sua casa a Via del Corallo, dove è morta suicida l'11 febbraio 1996 per cause connesse ad una grave depressione.