Diario lirico

da | Set 8, 2023

Sei poesie dalla raccolta “Am besten lebe ich ausgedacht. JOURNALGEDICHTE” (Haymon Verlag, 2022) della poetessa austriaca Sabine Gruber, nella traduzione inedita di Silvia Ferrari. 

 

A MARZO
Leopoldstadt, Vienna

L’inverno si congeda con punte
di coltello, con sangue sulla Praterstraße,
con cani nel parco e poliziotti. Va
sopra neve nera e saluta i
morti, gli scomparsi, che ci
lasciano indietro con altri inverni.
Va con sogni sopra scongelate
praterie, sopra scale scivolose,
e quando noi vediamo le superfici
luminose in cielo, lui si rivolta ancora
una volta con nuvole di neve, con
brume, danza allegro, come se avesse
tutto davanti a sé: lo scintillio, il bianco
terra senza città, senza lampeggianti né
uomini. Fiori di ghiaccio. E ghiacciai
per millenni. Ammicchiamo l’uno all’altro,
due da un’unica acqua, da un unico
gelo. Due sotto un unico sole, con
null’altro che scappatelle infelici
in un nuovo tempo.

 

AD APRILE
Paliano, Lazio

A volte avverto un respiro strano,
vedo ombre, impronte di passi, ma sento
solo i due gufi che stanno nei lecci,
odo l’avanti e indietro dei loro richiami,
il loro ostinato corteggiarsi. Dal cielo
cade polvere fine. I fiori nuovi si scuotono
nella tempesta in arrivo. Già una volta
qui sedevo sette anni fa non lontano
dai sette colli. La felicità portava ancora
tacchi alti e un frac nudo.
Vieni, facciamo ancora un viaggio con
la Volvo verde attraverso i paesaggi,
sotto scie rosa e deboli
veli di nubi. È di nuovo tempo di nozze
per quelli che portano il lutto. Volpino è steso
ai miei piedi e guaisce. Ho indosso un mezzo
cappello. Un anno fa ero ancora sul Reno
con un altro cane. Nel velo umido
sul tetto dell’auto qualcuno ora scrive
righe bagnate.

 

A GIUGNO
Sirmiano, Nalles

Suolo romano anche qui, a lungo dimenticati
beni e nomi. Forse Sirmius proveniva da
Sirmio, una delle quattro capitali
dell‘impero. Anche noi risiedevamo come imperatori
in mezzo al bianco del sambuco e al rosa
della rosa canina con vista sulle Dolomiti. Volevo
mostrare a te la perfezione di un ghiaione,
i detriti ai piedi degli anni. Gli uccelli
volavano bassi, la serenità si era
ritirata nel prima, nei tuoi ricordi
quando i desideri vivevano ancora per
essere appagati. Volevo evitare la caduta,
il passo falso del desiderio, il cieco
fidarsi. Volevo almeno con il dito
seguire la cresta del Catinaccio, con
i binocoli vedere la Roda di Vaèl. Roda del Diavolo.
Un giorno soffiava un quieto vento. Io speravo.
Ma gli unici scalatori che noi
da lontano potevamo seguire erano
le nuvole. E non venivano avanti.

 

A LUGLIO
Ostuni, Puglia

Sail away with me honey. L’insopportabile con
temporaneità degli anni. Dei morti in mare. Nessuna
lingua per i crudi fatti. Sono numeri
che non contano in alto, ma che tormentano
continuamente in basso. E io? Vivo d’aria inappagata,
con tacito furore. Vivo con polvere di zucchero sulla bocca.
Con punteggiatura nel silenzio. Il pugno non
lo sente nessuno. Lo so, le mie finestre mostrano il
verde viziato. E dove io soggiorni,
tutte le porte mi sono aperte. Ma noi parliamo
solo, i nomi rimangono nella cornice, drappeggiati
e pettinati per le passeggiate della sera, per
le estati al sud. I nostri visi dell’inverno
sono da tempo asciutti senza sogni, le olive e
gli oleandri inariditi sotto il succhiare
di cicale, che tramandano la morte. Sail away
with me nell‘inseguire il futuro teniamo dietro
al tempo e lo perdiamo di vista già
dopo secondi. I sudari
sono le nostre vele.

 

A SETTEMBRE
Ravenna, Emilia Romagna

Qui morì qualcuno che nel cielo
si era scritto già da tempo. Per anni i francescani
nascosero i suoi resti, perché i fiorentini
su di essi avanzavano pretese. Prima avevano
bandito il Guelfo dalla città, poi ne rivollero
le ossa. Mi chiedo in quale
girone infernale sarei finita, al tempo di Dante,
e ora? Non conosco anch‘io le pene di Francesca,
quando versi d‘amore ci colgono in silenzio.
Misera, come ricordo le cose più belle, che
mai torneranno, come ancora sempre all’autunno
concedo l’abito dell’estate, agli aperti
gusci di noce le nere stelle, e ancora
più misera, che le speranze raccolgo e
in segreto nascondo, che io le baci come lo
scoiattolo le noci, per poterle ritrovare.
Le vesti dei morti mi giacciono in grembo,
mi provo vite, tutte di una taglia di troppo.
Così distante sono ora, lontano dal flusso, e non voglio
morire.

 

A GENNAIO
Mozia, Sicilia

Diecimila lumache per una tunica
lucente. E neanche l’acqua del mare
è agitata. Metto da parte per dopo: rosso
aloe e verde palma nana sotto penetrante
blu. Perché lontano da qui tutto è grigio. Tiri,
Cananei, Fenici, Cartaginesi: così tanti nomi
per un popolo solo, che sapeva come trarre
profitto e inventò il nostro alfabeto scritto. Omero
disprezzava i Sidoni, il loro esteso impero
commerciale, il loro senso per il compenso.
Molto dopo scavò qui anche Schliemann, trovando solo
polvere e sporcizia. Silenzio che brulica. Ma dove
guardava? Cieca però lo sono anch’io: vedo solo
i siracusani con arieti e torri mobili d‘assedio
distruggere la città, li vedo lanciare piombo con
fionde, uccidere, saccheggiare. Sento
Dionisio di Diodoro suonare la tromba e
so che qui voleva solo fare tutti schiavi. Il
paradiso in terra non potrà diventarlo più. Dove
sono i giunchi? Dove le agavi sopravvissute?

Nasce a Merano nel 1963. Studi di germanistica, storia e scienze politiche a Innsbruck e a Vienna. Dal 1988 fino il 1992 era lettrice all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Vive e lavora a Vienna. È scrittrice di poesie, racconti, opere teatrali, saggi e drammi radiofonici. Fra i suoi lavori, il romanzo Aushäusige (Wieser, 1996), la raccolta di poesie Fang oder Schweigen (Wieser, 2002), per C.H.Beck i romanzi Die Zumutung (2003), Über Nacht (2007), Stillbach oder Die Sehnsucht (2012), Daldossi oder Das Leben des Augenblicks (2016) e li romanzo Die Dauer der Liebe (2023). Per Haymon sono uscite le raccolte di poesie Zu Ende gebaut ist nie (2014), Am Abgrund und im Himmel zuhause (2018) e Am besten lebe ich ausgedacht (2022). Fra i premi e i riconoscimenti: 1998 Premio Reinhard Priessnitz, 2002 borsa di studio Heinrich Heine di Lüneburg, 2006 Premio Anton Wildgans e 2008 Buch.Preis Linz, 2015 Premio Veza-Canetti, 2016 Österreichischer Kunstpreis für Literatur, 2019 Premio per la letteratura della cittá di Vienna (Preis der Stadt Wien für Literatur). È stata Poet-in-residence all`Università Duisburg-Essen nel 2020/21. Libri italiani: per Marsilio sono usciti i due romanzi Stillbach o della nostalgia (2014) e Daldossi ovvero La vita dell‘ istante (2019) nella traduzione di Cesare De Marchi.