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Ma era poi così importante che il progresso esistesse o no,
che il surrealismo fosse borghese o rivoluzionario?
Era così importante che avesse ragione lui
o avessero ragione gli altri?
L’importante era essersi unito a loro.
Disputava con loro, ma provava nei loro confronti un’ardente simpatia.
Non li ascoltava neanche più e pensava a una cosa soltanto,
che era felice:
aveva trovato un gruppo di persone in cui lui non esisteva come figlio di sua madre o come compagno di classe, ma come se stesso.
E si disse che si può essere totalmente se stessi
solo quando si è totalmente in mezzo agli altri.
(da “La vita è altrove”, traduzione di Serena Vitale, 1976)