Cinque poesie da “Mosaico del viandante” di Adelio Fusé (Book editore, 2023).
già rimpicciolite le mète che ti precedono
e un niente che ti soverchia le raggiunte
una scura promiscua massa
e recidiva si sforma ma attecchisce
interna o esterna?
sentore ubiquo di un visibile imminente
inane e inattrattivo
il raggio di pertinenza non si amplia:
di compressi orizzonti il cielo
t’informa che ristretto
è il propagarsi dei pensieri
almeno in tralice occhieggiano i ricordi:
le sue cosce che si riabbinano e riscostano
*
nello sventolio di cartina e tabacco
il desiderio non si stinge:
la fatica rimescola boccate di piacere
che a un fiato dal mare si consumano svelte
ma ne offri persino alla Luna
ristagni nel sonno e al risveglio
eleggi per simpatia
la piú immortale fra le onde:
quante volte qui l’annichilirsi
con ritorno
della sua cresta?
il tuo connubio con il Tempo
*
mai come ora hai tentato il calcolo:
mentre con lo sguardo dal tappeto di aghi
ti arrampichi sui tronchi
quanto dal suolo separano le loro chiome
oltre le certificate altezze?
seducono le correnti ma si espongono
a ogni vento volubile: si flettono eleganti
o nello strapazzo delle raffiche
si scompigliano e s’incurvano al mare
dissonanza spalancata
in una quieta vertigine sempreverde
non ignori il grumo scuro
che dal retro dell’orizzonte spunta
sdrucciola elettrico sulle onde
e le pompa messaggero e attore primo
di scariche frenetiche:
le cicatrici che saranno
*
“l’orizzonte non è laggiú frontale mèta:
ogni punto cardinale contiene un volgersi”
sensibile all’invito del maestro
ancóra tu giri in tondo mescolando
direzioni e corrispondenze
e non distinguerle ti allieta
ma ti allerta
il rettifilo che si manifesta
è il caotico che non si dirada
*
si contraddice è la sua natura: il Tempo
che all’occasione si attesta fermo va
(ah se va!)
né si avvale del grido:
afono ti rammenta che la sua voce
risuona stentorea
si trastulla e ti trapassa e sarai
spappolato triturato:
in corsa e in gara si conserva
già avviato e si rigenera
ai blocchi di partenza mai
ineffabile sprinter maratoneta
di sé l’unico rivale:
noi il suo superfluo surplus