L’abbraccio che respinge e non unisce –
il mento fermo piantato sulla spalla
di lei, lo sguardo fisso e torvo:
storia d’altri e, già vecchia, di loro.
Moriva d’apprensione e gelosia
al punto di volersi morto, di volerlo
veramente, lí tra le braccia di lei.
Rabbiosamente non voleva sciogliersi.
Chi cederà per primo? La domenica
d’agosto era, fuori, al suo colmo
e tutta Italia sulle piazze
nei viali e nei bar ferma ai televisori…
Un gesto appena, – si disse – cerca d’essere uomo
e sarai fuori dalla stregata cerchia.
[…]
L’istinto che non la tradisce
scocca esatto sempre al momento giusto
tra i suoi pensieri semplici.
Sa capire il suo uomo: lo sa bene che piú
suppone lui di stravincere a sé meglio l’avvince
e fin che vorrà se lo tiene.
«Caro – gli dice all’orecchio – amore mio…»
E la domenica chiara è ancora in cielo,
folto di verde il viale e di uccelli
non ancora spettrali case e grattacieli,
solo un po’ piú nitidi a quest’ora
di avanzato meriggio dell’ultima domenica
di questa nostra estate. E se a lui pare
che un brivido percettibile appena
s’inoltri nel soffio ancora tiepido che approda
alla terrazza: anche agosto
– lei dice d’un tratto ricordandosi –
anche agosto andato è per sempre…
[…]
(da “Tutte le poesie”, a cura di Maria Teresa Sereni, prefazione di Dante Isella, 2023)
Vittorio Sereni (Luino, 1913 - Milano, 1983) visse dal 1932 a Milano, e si laurearò in Estetica con Banfi (1936). Dopo aver insegnato nei licei (1937-1940), collaborò a "Corrente". Chiamato alle armi nel 1939, viene congedato nel settembre 1940 e richiamato nel 1941; fatto prigioniero nel 1943 in Sicilia, viene trasportato in Nord Africa (Algeria e Marocco), dove rimane prigioniero sino al luglio 1945. Riprende l'insegnamento (1948-52) a Milano. Viene poi assunto in Pirelli, all'Ufficio stampa e propaganda, dove rimane sino al 1958, quando passa alla direzione editoriale della Mondadori. La sua poesia prende le mosse dall'ermetismo, distinguendosi fin dall'esordio (Frontiera, 1941; edizione accresciuta Poesie,1942; edizione definitiva Frontiera, 1966) per un dettato sobrio e disincantato. Indicato da Luciano Anceschi (nell'antologia da lui curata La linea lombarda, 1952) come capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico. Le sue raccolte più importanti (Diario d'Algeria, 1947, edizione accresciuta 1966; Gli strumenti umani, 1965; Stella variabile, 1979, edizione definitiva 1981) si legano ai momenti salienti della propria vicenda umana, dalle esperienze di guerra e di prigionia agli anni dello sviluppo economico, vissuti con severo distacco critico (esemplare la polemica in versi con Fortini in Un posto di vacanza). Critico (Letture preliminari, 1973) e traduttore (Il musicante di Saint-Merry, 1981), Sereni scrisse anche prose che sono in stretto rapporto con la sua poesia (Gli immediati dintorni, 1962, edizione accresciuta Gli immediati dintorni primi e secondi, post., 1983; L'opzione e allegati, 1964, poi in Il sabato tedesco, 1980; Senza l'onore delle armi, post., 1987). Postumi sono inoltre usciti la raccolta Tutte le poesie (1986), l'edizione critica delle Poesie (a cura di Dante Isella, 1995) e volumi di lettere, tra cui il carteggio con Attilio Bertolucci (Una lunga amicizia. Lettere 1938-1982, 1994). La sua poesia è la più alta del secondo Novecento.