In anteprima dalla traduzione italiana di “Decreazione” di Anne Carson, a cura di Patrizio Ceccagnoli, da poco uscito per Utopia, pubblichiamo tre poesie. Nei testi non è riprodotta sempre la grafica dell’originale. Ci scusiamo per l’inconveniente.
ODE AL SUBLIME DI MONICA VITTI
Voglio tutto.
Tutto è un pensiero nudo che colpisce.
Una sirena che suona nella nebbia fa sembrare che la nebbia
sia tutto.
Le uova di quaglia mangiate dalla mano nella nebbia rendono
tutto afrodisiaco.
Mio marito si stringe nelle spalle quando lo dico, mio marito
si stringe nelle spalle per tutto.
I laghi dove la sua fabbrica ha avvelenato tutto sono belli
come Brueghel.
Tengo vuoto il mio negozio, così da poter vendere tutto, ma
lascio la luce accesa.
Tutto potrebbe rovesciarsi.
Lo sai che nel mare più profondo tutto diventa trasparente?,
chiede Corrado, l’amico di mio marito e io dico:
lo sai quanta paura ho?
Tutto richiede attenzione, io non rilasso mai il collo nemmeno
quando bacio Corrado.
«Tutto», dice Kant, esiste solo nella nostra mente, assistito da
un moto di piacere e
dolore che si agita avanti e indietro dentro di me quando
mi sdraio sul letto
di Corrado litigando con tutto con Corrado che guarda
dall’altra parte
della stanza poi lui si è avvicinato al letto e
mi ha montato e questo non ha comportato nulla se non che
ora dovevo combattere tutto
attraverso Corrado, cosa che ho fatto «imperterrita» (così Kant) sul suo gelido letto nel suo bagliore notturno.
Cosa prenderai?, chiedo a Corrado che parte per la Patagonia
e quando
dice due o tre
valigie dico: se dovessi andare via porterei con me tutto quello
che vedo.
Al che Corrado non dice nulla, il che non è, io penso,
l’opposto di tutto.
Non sembra giusto è quello che direbbe mio marito, lo dice
di tutto –
soprattutto da quando sono uscita dalla clinica, una clinica
per persone che vogliono tutto,
tutto quello che vedo tutto quello che gusto tutto quello che
tocco
tutti i giorni anche i posacenere e alla
clinica avevo solo una domanda, cosa devo fare dei miei occhi?
STANZE, SESSI, SEDUZIONI
È bello essere neutri.
Voglio avere gambe senza senso.
Ci sono cose insopportabili.
Si possono evitare a lungo.
Poi si muore.
Gli oceani mi ricordano
la tua stanza verde.
Ci sono cose insopportabili.
Disprezzo, principi reali, questa piccola taglia
del morire.
La mia poesia personale è un fallimento.
Non voglio essere una persona.
Voglio essere insopportabile.
Da amante ad amante, il verde dell’amore.
Fresco, rinfrescante.
La terra non produce una pianta simile.
Chi non finisce per essere
una finta donna?
Bevi tutto il sesso che c’è.
Anche così, muori.
Ti tento.
Arrossisco.
Ci sono cose insopportabili.
Le gambe ahimè.
Le gambe muoiono.
Dondolandosi all’ingiù,
pazzamente lente,
c’è qualche termine di danza classica per questo –
frammento di carta stagnola, un piccolo
volteggio,
un po’ ebbro,
poco da fare,
un piccolo oh,
ahimè.
VACANZE DI PRIMAVERA
(Il canto della rondine)
Un aprile abbiamo guidato dal Canada alla Carolina, mio padre,
mia madre, mio fratello e io.
il canto della rondine
Siamo stati in un motel: sabbia nelle lenzuola sabbia nella mac-
china sabbia nelle nostre tasche mesi dopo il ritorno a casa.
il canto della rondine è una supplica
Il tessuto felpato dell’aria dell’oceano come baci o le parti segre-
te delle piante, i segreti se ne andavano da noi lì.
il canto della rondine è un canto di supplica
apri
Attraversando un ristorante tutti insieme verso il nostro tavolo,
davanti a occhi e zuccheriere, ci siamo resi conto –
il canto della rondine è un canto di supplica
apri
o cancellerò la porta
nel momento in cui anche lui lo fece: la vergogna di mio fratel-
lo per noi. Abbiamo visto ragazze notarlo, irrigidire la schiena.
il canto della rondine è un canto di supplica
apri
o cancellerò l’architrave,
la porta, la moglie all’interno
apri
Un colpo di solitudine. Ha sbiancato le nostre labbra. Mi piace
la parola caesura ma allora non la conoscevo.
il canto della rondine è un canto di supplica
Conoscevamo le abbronzature. I destini. Gli abiti eleganti! Abiti
eleganti tra di noi. Siamo tornati a casa. Abbiamo parcheggiato
nel nostro tranquillo vialetto.
facilmente forse la cancellerò
(la forsizia era fiorita). Siamo andati in cucina. Siamo rimasti
con le nostre borse. Ronzio dell’orologio del forno.
la rondine è arrivata, è arrivata, arrivata
supplicando per le belle ore
Mia madre ha posato due cassette di arance accanto al frigori-
fero. Si è raddrizzata, mano sulla schiena.
supplicando per il volgersi degli anni
apri o io
apri o io
apri o io
Bastoncini di pesce per cena?, domandò a nessuno in particolare.