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Il mare è fermo e colorato come creta;
con case bianche, e palme: «tinte forti
da tavolozza cubista», come dice un poeta
africano. E la notte! Sensi distorti
da ogni nostro dolce costume,
occorrono, per cogliere i folli decorsi
che accadono, come pestilenze, a queste lune.
Perduti dietro metropoli di capanne
in uno spiazzo tra palme nere come piume,
alberi di garofano, di cannella – e canne
uguali alle nostrane, quelle sparse intorno
a ogni umano abitato – come tre zanne,
tre strumenti suonati quasi dal fuoco di un forno
inestinguibile, da gote nere sotto le falde
dei cappelli flosci presenti a ogni sbornia –
urlavano sempre le stesse note di leopardi
feriti, una melodia che non so dire:
araba? o americana? o arcaici e bastardi
resti di una musica, il cui lento morire
è il veloce morire dell’Africa?
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(da “Poesia in forma di rosa”, 1964)
Considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del Novecento, Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 - Lido di Ostia, Roma, 1975) è stato uno dei più acuti osservatori delle trasformazioni della società italiana dal dopoguerra agli anni Settanta. Tra le sue opere poetiche Poesie a Casarsa (Libreria Antiquaria Mario Landi, 1942), La meglio gioventù (Sansoni, 1954), Le ceneri di Gramsci (Garzanti, 1957), L'Usignolo della Chiesa Cattolica (Longanesi, 1958), La religione del mio tempo (Garzanti, 1961), Poesia in forma di rosa (Garzanti, 1964) e Trasumanar e organizzar (Garzanti, 1971), ora raccolte nel Meridiano Tutte le poesie, a cura di Walter Siti, con un saggio introduttivo di Fernando Bandini (Mondadori, 2003). Tra le opere in prosa Ragazzi di vita (Garzanti, 1955), Una vita violenta (Garzanti, 1959), il romanzo incompiuto Petrolio (Einaudi, 1992), ora tutti nel Meridiano Romanzi e racconti, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude (Mondadori, 1998).