Quattro poesie in anteprima da “Estate corsara” di Alessandra Corbetta (puntoacapo, 2022).
SUNNY-SIDE
Il lato migliore del sole
somiglia a un occhio di bue
intatto, a una parola
in buona traduzione.
Del resto l’incomprensione
si annida sul rialzo
tra un gradino e l’altro
nell’incombenza di fare
in fretta a fare niente
come quando salta
il grilletto o la polvere
assale le mensole.
Me ne resto un po’ in disparte
dove posso riavere
vent’anni di meno, in quella
parte di emisfero dove
il sole tramonta tardi
e non fa pegno avere detto
sì senza saperne il senso,
sbagliando il significato
ALLE GIOSTRE
Siamo state anche noi ragazze in attesa
della dedica alla pista Baduer: “La 109
brilla più della luna stasera” intanto cadeva
lo zucchero dalla frittella sulle gambe,
si provava a indovinare la prossima canzone.
Stavamo sulla fine dell’estate come fosse
la Stagione – pochi anni e braccialetti colorati
a tenere il conto di muretti nomi cuori
trafitti da una freccia di indelebile.
Ora tocco quei fili arcobaleno
sui miei polsi troppo fini
e non so dire se ho sognato i giorni settembrini,
se alle giostre ho riso per davvero
del proiettile che fiero
buttava a terra la lattina
SABRINA
Sulla borsa da sera una rosa
indica il verso; ai piedi
gli anfibi si puntano, fanno resistenza.
Così alla vita ti presenti avvolta
di scuro e chiaro, tesa
tra Buzzati e la coda alla cassa
dell’Iperal in centro.
Sulla canzone lanci piccoli lampi
– li riconosco – e abbiamo
in anni diversi gli stessi anni
una voglia di vita infetta
che qualcun’altra tatuerà
sul petto o porterà al collo
come un’epoca sfinita
CAMPO DI MARTE II*
A stare in un’isolabianca nuvola tra
divieti e divieti ancora sussurrati
la ragazza dell’Ottanta sbuca fuori in
un improbabile perché.
La si può scorgere giovane come la si ricorda
in balia dei treni,
puoi dirle – te l’avevo detto
che il male uccide il bene e ti fa donna.
Si può pensare anche sia stato tutto un brutto sogno.
Ma il sogno vero resta ritrovarsi prima che tutto fosse
senza crepe sui corpi (in un’isolabianca nuvola)
*(In memoria di Remo Pagnanelli, 1955 – 1987)