Quattro testi in anteprima dalla plaquette “Cetacei nel mojito” di Alberto Pellegatta, appena uscita per “I Quaderni della Collana”, Stampa2009.
Le piace
il calduccio
della mia lingua quando scrivo
male come si impara dopo lungo tirocinio
dimenticando
i ricordi tutti intatti nel buio
quando finalmente scopri una falda
sotto il manto malinconico della mezzanotte
e scappano dal foglio cercando una bocca
disponibile a ascoltare.
*
Il ragazzo che mi piace non pensa a me
ma al seminterrato dove beve vodka.
Il cielo piscia lucidi boschi sulla terra
e gli innamorati litigano sopra le viole.
*
VIRTUOSISMO AU BORD DU LAC
Danno il tempo ai canottieri mentre i pesci perlustrano le sponde e seguo la saliva delle lumache sulle azalee che imitano i colori dell’oleandro.
*
Incontravo Giovanni Raboni accompagnando mia madre da Peck. Quando è morto e siamo tornati da Peck ti è sembrato di vederlo seduto in disparte. Ora che anche tu non ci sei più, quando passo da via Spadari, entro a bermi un caffè e vi vedo insieme, ti indica dove ho sbagliato nel mio ultimo libro e tu accampi per me qualche ragione. Potessi fermarmi un momento con voi e dirti, senza entusiasmo, che fortuna è stata avere te e non altri. Tanto poi tornando a casa in tram, mi sembrerà di sentirti pronunciare le fermate come in Erba. Vado, sui vetri acquosi non distinguo più le forme, vorrei sbagliare stazione, entrare in qualche androne, salire le scale fino ai sottotetti, girare in un corridoio e ritrovarti. Una ragazza però mi sorride dal sedile di fronte – le hai detto tu qualcosa o è come quel coniglio che mia sorella giura di aver visto al cimitero?
Alberto Pellegatta (Milano 1978) ha pubblicato Ipotesi di felicità (2017, Premio Fogazzaro e Premio Luzi) e L’ombra della salute (2011) nella collezione dello Specchio Mondadori. Ha vinto la prima edizione del Premio Biennale Cetonaverde e il Premio Amici di Milano. Scrive d’arte (L’artista, il poeta, Skira) e collabora come critico con giornali e riviste. È direttore editoriale di Taut Editori.