Cinque poesie da “Il condominio S. I. M.” di Alessandro Canzian (Stampa 2009, 2020).
Non conosco la ragazza
di nome Olga, ma la penso.
La pelle bianca come i capelli
di mio padre, il seno grande
– i tacchi ben calcati
la sera alla mia porta –, poi
ieri notte l’ho sentita urlare
appesa alle mani di qualcuno.
*
Olga veste sempre ben curata,
raffinata, fin nelle fessure.
Parla correntemente quattro
lingue, o cinque. È dalle
intercapedini del muro
che conosco la sua fede, quando
prega Dio con le ginocchia.
*
Di domenica mattina Olga
ascolta musica anni ottanta,
come quand’era una bambina.
Balla coi piedi scalzi, lo
smalto rosso e un’unghia rotta.
La vita ritirata come un ragno.
*
Olga il lunedì la penso
con un vestito ampio, colorato,
il martedì con un qualcosa
di più aderente, alla sua pelle,
alla cartilagine
della settimana in un foulard.
I capelli raccolti, le cadono.
*
Olga la mattina raccoglie
dal pavimento le vespe
che cadono spezzate. Apre
svogliata le tende.
A volte fa l’amore urlando
come chi non si ama.
O un lento abbaiare di cani.
Immagine: Christian Jankowski, A Life That Changes Your Week, 2005.