Molte volte un poeta si accusa e calunnia,
esagera, per amore, il proprio disamore,
esagera, per punirsi, la propria ingenuità,
è puritano e tenero, duro e alessandrino.
È anche troppo acuto nell’analisi dei segni
delle eredità, delle sopravvivenze:
ha anche troppo pudore nel concedere
qualcosa alla ragione e alla speranza.
Ebbene, guai a lui! Non c’è un istante
di esitazione: basta solo citarlo!
(da “La religione del mio tempo”, 1961)
Considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del Novecento, Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 - Lido di Ostia, Roma, 1975) è stato uno dei più acuti osservatori delle trasformazioni della società italiana dal dopoguerra agli anni Settanta. Tra le sue opere poetiche Poesie a Casarsa (Libreria Antiquaria Mario Landi, 1942), La meglio gioventù (Sansoni, 1954), Le ceneri di Gramsci (Garzanti, 1957), L'Usignolo della Chiesa Cattolica (Longanesi, 1958), La religione del mio tempo (Garzanti, 1961), Poesia in forma di rosa (Garzanti, 1964) e Trasumanar e organizzar (Garzanti, 1971), ora raccolte nel Meridiano Tutte le poesie, a cura di Walter Siti, con un saggio introduttivo di Fernando Bandini (Mondadori, 2003). Tra le opere in prosa Ragazzi di vita (Garzanti, 1955), Una vita violenta (Garzanti, 1959), il romanzo incompiuto Petrolio (Einaudi, 1992), ora tutti nel Meridiano Romanzi e racconti, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude (Mondadori, 1998).