“La consegna delle braci” è il primo libro di Giorgiomaria Cornelio (Sossella, 2021). Pubblichiamo cinque testi in anteprima.
Tempo di lasciare________il sagrato.
Lo scheletro è sgombro, _____se con
Verbo intendiamo
__________________l’aculeo o la soglia.
Scompagina______dunque
il tumulo inconsutile
dei__________ sacramentari,
_____________capovolgi ancora
_____________le parole appese;
di questa____ sommossa farai
torchio,_____ abluzione o lavacro.
Dal chiuso, inesausta, di oscurità
bruciata, e nondimeno
_________________soffiando aurora,
tutta pazienta la promessa focaia.
*
Gertrude di Helfta sognava le particole
scucite dalla lingua, e piano,__come per
timore, _____________come per infermità,
scioglieva l’ideogramma di una solitudine
schiusa, nuda, non molata sopra la stuoia
della conversione, in ciò che è soltanto
______certezza nell’adempiere all’incenso,
____e senza la ragione che chiara individe,
o la non fissità riformata in trasparenza,
in ovvio concilio tra deserto e seccaia:
_______________________________occorre impuntare l’eclissi
_______________________________nel telaio oculare
_____________________________________per fissare la febbre
_______________________________di questa_____separatezza.
*
A Remo Pagnanelli
Verità esige il convenire
______nell’albore dello strappo.
Fosse l’incrinatura talento o
germoglio, baderesti a piantare
erosioni per inginocchiarle alla
specie degli inizi.
*
Saxa Loquuntur.
Sennonché________ l’insegnamento
altro doveva che i granuli stringere
al diagramma per le decifrazioni.
_________-Comunque puoi chiedere
_____________se legittima è la radice
______________________dell’inchiostro.
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Da dove si entra nella poesia? Per quale luogo? È noto come alcune raffigurazioni della resurrezione di Gesù – appartenenti in particolare al Basso Medioevo – mostrino la piaga del costato ancora sanguinante. Nonostante il trionfo sulla morte, le ferite del Salvatore non si sono rimarginate: esse conservano questa aporia di un trascorso mai completamente trascorso, di un qualcosa che qui si mantiene fra il corrotto e l’incorruttibile senza tuttavia appartenere davvero a nessuno dei due: «dux vitae mortuus, regnat vivus» recita la sequenza pasquale Victimae paschali laudes («il Re della vita, morto, regna vivo»). Allo stesso modo, in ogni poesia si entra proprio attraverso quella ferita che, nonostante la trionfante compiutezza dell’annuncio, continua imperterrita a sanguinare – a conservarsi aperta.
NB: l testi non riproducono fedelmente la grafica dell’originale. Ci scusiamo per l’inconveniente.