Esce oggi il nuovo numero di “Nuovi Argomenti”, maggio-agosto 2021, con una sezione monografica intitolata “Comunismo/Comunisti”. Con la ricorrenza della fondazione del partito comunista italiano, si è voluto riflettere sul significato storico e su quello esistenziale di un’idea politica legata tanto a forze quanto a fallimenti. Lo sguardo sociale e quello individuale si sono separati? Il sentimento comunista si manifesta oggi come forma di pensiero sociale nelle vite individuali? Pubblichiamo uno dei testi della sezione poesia: “Come si sta bene nel corpo” di Maria Grazia Calandrone, dedicato a suo padre Giacomo Calandrone, dirigente del PCI.
a Giacomo Calandrone, mio padre
Non esiste la complessità della vita […] esistono soltanto le persone amate
Manuel Vilas, In tutto c’è stata bellezza
Com’è bello
abitare un corpo – dicevi – come si sta bene
nel corpo
e portavi quel tocco di materia nervosamente
allegra fino all’India
remota, fino
alle Russie.
Poi, nella tarda estate
del 1975, sei diventato un marchio di metallo bianco, un oggetto di uso comune
che, a causa dell’abitudine, perde la forma.
Sei diventato aria di gennaio, il vuoto
sotto specie di mosca vertiginosa
e io, seduta alla scrivania
disertata dal corpo
alto e magro – questa, con la lastra di vetro
azzurro rotto in un impeto –
nel buio metallico della sera in cui
non saresti tornato
mai più, ho tagliato i capelli
con le forbici
e, crescendo, indossavo
giacche di lana a quadri
e orologi da uomo, sparavo
coi fucili di legno
da dietro le poltrone del salotto azzurro, ero
l’eroe di Spagna.
Riconosco
la semplicità dell’amore
di me bambina
in questo
tardo gennaio, nel quale scrivo imprevedibilmente
di te, quarantacinque anni
dopo la tua morte
e mi viene a trovare
una processione lenta
di fantasmi, sagome trasparenti – altri soldati
per gli stenti d’amore umano
e la guerra
È una semina al vento, è
comunismo. Ogni tanto
qualcosa – un volto, una vita – fiorisce
come un arcobaleno
dall’arazzo indistinto di figure
lontanissime, grigie
che porti
tu, che non sei mai stato
un uomo solo. Riconosco
l’intelligenza del tuo essere
moltitudine. Riconosco
la malinconia attiva dei poeti
e la fatica fisica di diventare
opera senza salario
arte
Roma, 26 gennaio 2020