“Breve storia dell’ombra”, a cura di Antonella Francini, è un’antologia di poesie di Charles Wright, appena uscita in una nuova edizione per Crocetti. Pubblichiamo una scelta di quattro testi.
Dal poemetto in 20 sonetti Skins nel libro Bloodlines (1975)
20.
Hai parlato al sole e alla luna,
quegli idoli di pelle impuntita, cespugli e ramoscelli
attaccati ai loro pali nella pioggia d’autunno;
hai pregato la Dolce Medicina;
hai guardato la Via Sospesa, le sue stelle
gli scalini di pietra e il letto del fiume che speri di guadare;
hai seguito l’antenna del grillo
per scansare il Lago di Dolore…
e dove ci porta, Pellegrino,
questo andare avanti e indietro sulla terra, sapendo
che nulla cambia, o tutto;
e, per raccontarlo, solo questi tristi segni,
frasi analizzate a metà, ellissi e fregi sul terreno?
Ci porta a un punto. Ci porta e se ne va.
20.
You’ve talked to the sun and moon,
Those idols of stitched skin, bunch grass and twigs
Stuck on their poles in the fall rain;
You’ve prayed to Sweet Medicine;
You’ve looked at the Hanging Road, its stars
The stepstones and river bed where you hope to cross;
You’ve followed the cricket’s horn
To sidestep the Lake of Pain…
And what does it come to, Pilgrim,
This walking to and fro on the earth, knowing
That nothing changes, or everything;
And only, to tell it, these sad marks,
Phrases half-parsed, ellipses and scratches across the dirt?
It comes to a point. It comes and it goes.
……….
Da Chiana Trace (1977)
Neve
Se noi, come siamo, siamo polvere, e la polvere, com’è certo, risorge,
allora risorgeremo, e ci raduneremo
nel vento, nella nuvola, e saremo il loro effluvio,
una cascata di cose nella cascata del mondo, e scivoleremo
fra i rami puntuti e le giunture spezzate dei sempreverdi,
formiche bianche, formiche bianche e le piccole nervature.
Snow
If we, as we are, are dust, and dust, as it will, rises,
Then we will rise, and recongregate
In the wind, in the cloud, and be their issue,
Things in a fall in a world of fall, and slip
Through the spiked branches and snapped joints of the evergreens,
White ants, white ants and the little ribs.
Crepuscolo californiano
Sera tarda, luglio, e nessuno in casa.
Nei polmoni verdi del salice, insetti volanti e lucciole
macchiano di sangue le fronde e le ali. Aster
blu diventano elettrici sulla siepe.
Che cosa avevo in mente?
L’ultimo ronzio d’un pattino si dissolve lungo la collina di Oak Street.
Lentamente una foglia si stacca da un ramo.
Lentamente le mani incrostate dei morti s’agitano dalle loro caverne.
Una fiammella rosata è spenta nella mia bocca.
California Twilight
Late evening, July, and no one at home.
In the green lungs of the willow, fly-worms and lightning bugs
Blood-spot the whips and wings. Blue
Asters become electric against the hedge.
What was it I had in mind?
The last whirr of a skateboard dwindles down Oak Street hill.
Slowly a leaf unlocks itself from a branch.
Slowly the furred hands of the dead flutter up from their caves.
A little pinkish flame is snuffed in my mouth.
……….
Da North American Bear (2000)
Figliastri del Paradiso
Luna al buio, coda dell’orsa al triage d’alberi invernali,
il giardino una profonda
tabula rasa, da dove cominciare?
Con o senza lingua, c’è sempre spazio per un’altra vita.
Abbiamo scaricato questa in un’incertezza inquieta,
facendo un po’ di questo e un po’ di quello,
mentre il tempo, disfattore vero, ci erode la punta delle dita,
lasciandoci la memoria e la sua mossa finale,
carta del cielo sfocata nella luce nera.
Quando il mondo sarà scomparso, qualcuno dovrà sostenerci,
invisibile e per tutta la notte.
Quando il mondo sarà scomparso, amigo,
qualcuno dovrà raccogliere il fardello.
Sabato piovoso, sconforti di gennaio, mal di denti
come il richiamo d’un santo nella bocca, inevitabile, su e giù.
Viviamo la vita come stelle, stelle senza costellazione, accanto alla
grande forma e alla grande struttura,
sparse, fuori luogo.
Step-children of Paradise
Dark of the moon, bear’s tail through triage of winter trees,
Back yard a deep
tabula rasa, where to begin?
With or without language, there’s always room for another life.
We’ve downloaded this one into an anxious indeterminacy,
Doing a little of this and a little of that,
As time, the true dissolver, eats away at our fingertips,
Leaving us memory and its end game,
blurred star chart in the black light.
When the world has disappeared, someone will have to carry us,
Unseen and nightlong.
When the world has disappeared, amigo,
Somebody’s got to pick up the load.
Rainy Saturday, January doldrums, toothache
Like a saint’s call in my mouth, unavoidable, up and down.
We live our lives like stars, unconstellated stars, just next to
Great form and great structure,
ungathered, uncalled upon.