La falciatrice si bloccò, due volte; inginocchiandomi trovai
un porcospino imprigionato tra le lame,
ucciso. Era vissuto nell’erba alta del prato.
L’avevo già visto e gli avevo pure dato da mangiare, una volta.
Adesso avevo irrimediabilmente distrutto il suo mondo discreto.
La sua sepoltura non mi fu di nessun aiuto:
al mattino io mi risvegliai e lui no.
Il primo giorno dopo una morte, la nuova assenza
resta sempre lì – uguale;
dovremmo essere l’uno dell’altro attento,
e gentili anche, finché ci resta un po’ di tempo.
(da “High Windows”, Faber&Faber, 1974; “Finestre alte”, a cura di Enrico Testa, Einaudi, 2002)