«Considerato eretico»: 10 poesie di Luigi Di Ruscio

da | Feb 12, 2019

Dieci poesie di Luigio di Ruscio, selezionate da Dario Bertini, da Poesie scelte 1953-2010 , a cura di Massimo Gezzi (Marcos y Marcos, 2019).

da « Non possiamo abituarci a morire» (1953)

Sono senza lavoro da anni
e mi diverto a leggere tutti i manifesti
forse sono l’unico che li ragiona tutti
per perdere il tempo che non mi costa nulla
e perché sono nato non sta scritto in nessuna stella
neppure dio lo ricorda.
Gioco alla sisal
e ragiono sulla famosa catena
ma ormai poco mi lascia sperare ai miracoli
sarebbe meglio berli
i soldi che gioco per sperare un poco.
Tutti i giorni vado all’ufficio del lavoro
ed oggi vi erano due donne a riportare il libretto
ma le hanno consolate
gli hanno detto che per loro è più facile
potranno sempre trovare un posto da serve.
Poi sono rimasto sino alla sera ai giardini pubblici
una coppia si baciava
anch’io su quel sedile ho avuto una donna
ora ho lo sguardo di una che vorresti
che scivola dai capelli alle scarpe
per scoprirti che sei uno straccione.
Lavoravo poi tornavo a casa sulla bicicletta, pieno d’entusiasmo
dormivo di un sonno profondo
e alle feste con la donna
che ho lasciato per farla sempre aspettare
ora l’insonnia sino all’alba
poi un sonno d’incubi.
Avevo pensato di farla finita
se resisto è per la speranza che cambierà
ma ormai ho qualche filo bianco
senza una sposa e un figlio
solo questo vorrei questo sogno da pazzi.

*

da « Le streghe s’arrotano le dentiere» (1966)

Per la gatta in calore
le cavalcate dei gatti sopra i tetti
e l’allegria cancella le crepe delle case
la luna è insieme ai canti dei galli
il fischiare è questo voler ammutire i cani
che abbaiano e si agitano come volessero addentare
il vento di questa notte che porta l’odore della cagna
la luna passa tra le nubi e dà la luce a occhiate
e cosa dovrei decidere in quest’ora di notte
che non giunge mai al suo termine
i pensieri s’attaccano ai muri e alle pietre
le streghe s’arrotano le dentiere sopra i tetti.

*

In questo sole che in compatte ore illumina il giorno
con la felicità che mi strozza sulla gola
io entro in queste giornate d’amore
e tu mia compagna sei il mio giorno accecato
il sangue sembra che passi in più ampi giri e mi rinnova
ed amo tutto oggi che il chiarore
si allunga sino ad un perpetuo giorno
oggi sono capace di amare tutti gli uomini
amo moltiplicato per dieci tutte le donne
moltiplicato per cento tutte le donne che vedo
moltiplicato per mille la donna che oggi dorme con me
amo tutto moltiplicato per tutto
gli atti della mia giornata li godo
godo tutto quello che consumo
mentre il cervello in leggerezze stupende
mulina allegramente mostri
nel gioco santo della giocata eterna.

*

da «Enunciati» (1993)

1

il pianeta è nella sua splendente chiarezza
il periodo dell’oscurità sta per precipitare verso la fine
vedremo il sole spostarsi verso la costellazione del capricorno
vedremo l’asteroide passare tra l’orgoglio dei pianeti
l’asteroide passerà tra i pianeti morti a precipizio
la gioia in tutta questa disperazione
gli sprofondi infiniti con le lucciole nelle loro palpitazioni
essere il meno possibile lasciare orme d’uccelli sulla neve
orme d’uccelli nell’aria leggeri nelle leggerezze uccellari
in questo mondo tremante ora che termina
la moltiplicazione dell’erba e delle rane
l’acqua (in questo mondo la moltiplicazione) l’acqua

*

8

quando improvvisamente rivedo una mia poesia
ho l’impressione di leggerla per la prima volta
e tutto si ripete e s’ingioia in vortici spaventosi
oppure quando Adrian mi viene improvvisamente incontro
ho la stranissima impressione di vedere
me stesso treenne che mi viene incontro
ed è tutto prima del linguaggio
più chiara e precisa è la sensazione
più incerto e balbettante il verso
il compito è impossibile
come descrivere la propria agonia

*

da «L’ultima raccolta» (2002)

CXXII

se non fossero esistite queste notti terribili
non avrei potuto scrivere una riga
l’urlo può essere belo
ma non ha nulla a che fare con l’arte
poi quando uno alza la voce è difficile capirlo
scrivono poesie come fossero dei grandi uomini
con le gambe per terra e la testa nel profondo del cielo
si tratta quasi sempre dell’infatuazione ottica
causata dagli antidepressivi
normalmente chi scrive poesia
è più debole della media nazionale
ha una vita difficile sofferta
più che un gigante veggente
è il cardellino accecato nella gabbietta
e non era affatto necessario
tagliargli anche le ali

*

CLX

mi trovo bene in questa vita
non saranno le gazze e tanto meno i cretini
ad avere l’onore di guastarmi la gioia di essere vivo
e gli enti non dovrebbero moltiplicarsi oltre il necessario
neppure se benedetti da un pio dodici
che ha benedetto anche i piccioni
e vennero benedetti anche i tiratori al piccione
venendo considerato eretico
ogni dovere morale verso le bestie
anche le auto senza scorta vengono benedette
ma i gatti i serpi anche non tigrati
le sorche assolutamente mai

*

da «L’Iddio ridente» (2008)

169

con la poesia non ho mai guadagnato una lira
la poesia del sottoscritto
è un gesto gratuito e disinteressato
a disposizione di tutti gli uomini
comprese le donne amorose
preferendo le donne grasse che sono più allegre
meno lugubri meno disperate delle secche
dovendo attraversare
tutta una vita ridendo

*

278

adopero l’italiano solo per scrivere
la mia lingua quotidiana è il norvegese
l’italiano diventa quasi una lingua morta
le persone reali con tutto il sottoscritto
diventano i personaggi di un sogno
spalancando un precipizio senza fondo
con poesie sdentate e sgarrate
come sputate bene distribuite
sulle facce altrui

*

la speranza andava mostrata subito
inutile tenerla nascosta
per paura che venisse derubata
sostenerla con versi blasfemi o sferici
e alla fine delle composizioni
come sbattendo il coperchio
di una cassa da morto
per chiudere tutto

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).