52.
Io sono come il ricco cui chiave benedetta
può condurre al suo dolce tesoro ben rinchiuso,
che però non vuole rimirare ogni momento
per non fiaccare l’estasi di un piacer più raro.
Per questo son le feste così solenni e ambite
perché ricorron rade nel volgersi dell’anno,
esse sono distanziate come pietre di valore
o gioielli d’alto pregio inseriti in un collare.
Così il tempo che ti serba è come il mio forziere
o come uno stipo che protegga vesti pregiate
per render più prezioso quell’attimo felice
quando ripresenta il suo splendor nascosto.
Benedetto sii tu, il cui valor mi offre il pregio
di gioir con te vicino, di sperar se sei lontano.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).