L’acqua incerta delle stagioni

da | Apr 29, 2018

Traduzioni inedite di Jean-Charles Vegliante da L’eau tremblante des saisons di Joëlle Gardes, L’Amandier 2012. Joëlle Gardes, poeta traduttrice e linguista, nata nel 1945 a Marsiglia, è mancata l’11 settembre 2017.

Il rosaio che si arrampica sul muro della cisterna porge ogni giorno rose nuove di un giallo tenero.
Nascoste nel loro cuore le cetonie rodono i ricurvi petali e filano una trina macchiata di nero.

Nascosto nel cuore dei pensieri il dubbio distrugge la speranza che vuol rinascere trattiene i gesti appena abbozzati.

Vita.
Trina sporca.

* *

I ricordi scorrono senza un ordine.
Nelle varie età della sua vita un personaggio silenzioso si agita dall’altra parte del falso specchio. Ci riconosce egli nonostante l’usura, le compromissioni e le vigliaccherie?

Corpi ricuciti
visi smorti.
Vorremmo chiedere aiuto, fare dei segni alla sagoma muta ma lo specchio ci separa da essa e poggiamo la fronte rugosa sul vetro freddo.

*

In ogni mio gesto
ad ogni parola novella
abbandono per sempre un pensiero un’emozione
il ricordo di un viso il timbro d’una voce un libro letto e riletto
la luce violenta del mezzodì e il mite crepuscolo delle sere d’estate

Mi alleggerisco fino a diventare un guscio vuoto una conchiglia ove il rumore delle onde tace
Quando il mio corpo sarà un fantoccio cavo partirò senza rimpianto nell’oblio del mondo e di ciò che fui

*

La faccia è girata contro il muro ad aspettare il sonno che non viene
poi si schiude su caotici sogni sempre uguali
valigie che non si possono finire
restano aperte sul pavimento piene di biancheria sgualcita carte stracciate oggetti scheggiati

Il viaggiatore rimane in piattaforma
Il treno non aspetta fino alla notte in cui con la valigia richiusa sulle cianfrusaglie di una vita trasporta il dormiente verso la sua ultima destinazione.

*

Qual è dunque il colore del mondo?
il rosso delle case basse abbarbicate alle pareti terrose
l’azzurro o il verde delle finestre graticolate?

Le caprette nere hanno un ciuffo bianco
bianco come la neve la pagina dell’impazienza

La luce del mattino staglia un quadrato giallo sul muro attraverso l’ogiva della porta aperta
netto
preciso

effimero.

Immagine: James Casebere.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).