Francesca

da | Feb 1, 2017

Mentre uscivi dalla notte e apparivi
c’erano fiori, fiori nelle tue mani.
Ora procedi da una folla
di rumorosi umani
da un parlottio frollo
animato intorno ai tuoi arrivi.

Io che ti avvistai tra le cose iniziali
provo rabbia quando il tuo nome
è pronunciato in luoghi dozzinali.
Vorrei che onde gelide dilagassero
dalla mia mente
e che il mondo seccasse
come una foglia morta,
o come una bacca vuota di dente di leone
il mondo fosse disperso,
per ritrovarti ancora,
sola.

Francesca

You came in out of the night
And there were flowers in your hands,
Now you will come out of a confusion of people,
Out of a turmoil of speech about you.

I who have seen you amid the primal things
Was angry when they spoke your name
In ordinary places.
I would that the cool waves might flow over my mind,
And that the world should dry as a dead leaf,
Or as a dandelion seed-pod and be swept away,
So that I might find you again,
Alone.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).