Cuando todo calla – Poeti argentini contemporanei /1

da | Nov 7, 2013

Con il suo labor limae spirituale e poetico, Hugo Mujica si inserisce nel solco della tradizione mistica latinoamericana, aperto nel “Siglo de Oro” dall’opera di Juana Inés de La Cruz. Un lavoro minimalista ed elevato attraverso il quale riscoprire il sublime dischiuso nella natura, lo stupore dell’illuminazione trattenuta nella rete della poesia, al di là del rapido fluire consumistico, e coltivato nella indefessa frequentazione delle crepe del nudo esistere, dell’unità minima del respiro e della parola come tensione tra vuoto e rivelazione. Di questa esplorazione ai  margini del dicibile e dell’indicibile, ai margini di alternative forme di umanità e vita, presentiamo in anteprima una selezione di paesaggi dell’anima tratti da Cuando todo calla, libro vincitore della XIII edizione del “Premio Casa de América  – Poesía americana”. A cura di Lucia Cupertino.

Vento
e le nuvole si disfano;
brezza e bianche
si trasfigurano.

Ci sono echi
che non sono delle parole
sono del respiro,
non ci ripetono
ci invitano ad ascoltare
ciò che per esser detto ci chiama.

*

Viento
y las nubes se deshacen;
brisa y blancas
se transfiguran.

Hay ecos
que no son de las palabras
son del aliento,
no nos repiten
nos convocan a escuchar
lo que para decirse nos llama.

***

C’è una spaccatura
nella parola
spaccatura,

uno strappo lì dove
ogni parola tace,
lì dove ogni tacere crea;

è ciò che nel dire è respiro
non di suono,
è il luogo in ogni parola
in cui ci ascoltiamo rivelati.

*

Hay una hendidura
en la palabra
hendidura,

un desgarro donde
cada palabra calla,
donde todo callar crea;

es lo que en el decir es aliento
no de sonido,
es donde en cada palabra
nos escuchamos revelados.

***

Quando la lontananza
pulsa dentro
è ché il di dentro
è già fuori;

è essere giunti all’anima,
a quel vuoto di nessuno
che in ognuno si apre tutti.

*

Cuando la lejanía
late adentro
es que el adentro
ya es afuera;

es haber llegado al alma,
a ese hueco de nadie
que en cada uno se abre todos.

***

In mezzo a crepe
il possibile germina
e le poesie parlano;

in mezzo a crepe,
le proprie,
l’uomo erge
la sua vita,
dà alla luce la sua anima.

*

Entre las grietas
los posibles brotan
y los poemas hablan;

entre las grietas,
las propias,
el hombre yergue
su vida,
da a luz su alma.

***

Senza colline né boschi
il vento vola ampio
la calma della valle.

Più vasto che attendere qualcosa
è non chiamare l’attesa:
quel non sapere
ciò che arriva,
quel lasciare che ci chiami.

*

Sin cerros ni arboledas
el viento vuela ancho
la calma del valle.

Más vasto que esperar algo
es el no nombrar la espera:
ese no saber
lo que llega,
ese dejar que nos nombre.

***

Alla fine non ci sarà fine
ci sarà la resa:

quel salto
senza sponda da cui farlo,
quel salto nel vuoto
da cui una volta
siamo giunti,

quella resa
per cui siamo andati
svuotandoci.

*

Al final no habrá final
habrá la entrega:

ese salto
sin orilla desde donde darlo,
ese saltar al vacío
desde el que una vez
llegamos,

esa entrega
para la que nos fuimos
vaciando.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).